Archiviare dati è una necessità, non solo a fini di legge, ma preziosa per tutelare i dati. Ecco allora che fare backup su nastro è ancora oggi un’opportunità da considerare per molti settori


Fare backup su nastro è un’opzione attuata da molte aziende per l’archiviazione dei dati, ma molte di più dovrebbero cominciare a pensarci. Un primo motivo è legato al valore dei dati, un patrimonio in continua crescita: si stima che la quantità complessiva creata nel mondo nel 2021 raggiunga i 79 zettabyte, ovvero 79 triliardi di byte. Già enorme, è destinato ad aumentare: è previsto, infatti, che il volume di dati generati, consumati, copiati e immagazzinati supererà i 180 zettabyte entro il 2025.

Questo immane tesoro è a rischio cyber sicurezza. A questo proposito, è recente la notizia secondo cui la Regione Lazio è riuscita a recuperare i dati di circa 6 milioni di cittadini proprio grazie al backup sulla Virtual Tape Library, i cui dati sono stati aggiornati il giorno prima che il ransomware RansomEXX penetrasse nei sistemi informatici della Regione.

Pensando alla crescita degli attacchi ransomware (+148% a livello globale nel terzo trimestre 2021, secondo SonicWall) è bene pensare che un sistema di backup su nastro è forse l’unica possibilità certa di metterli in salvo.

Cos’è il backup su nastro

Lo storage su nastro è un sistema utilizzato per memorizzare informazioni digitali su nastro magnetico utilizzando la registrazione digitale. L’unità nastro è un dispositivo che esegue la scrittura o la lettura dei dati. In pratica, si copiano periodicamente da un dispositivo di archiviazione primario a una cartuccia a nastro in modo che possano essere recuperati nel caso di guasto o di un crash del disco rigido. I backup su nastro possono essere eseguiti in modo manuale o programmati in automatico con un software appropriato.

Si archivia su nastro per vari motivi, tra questi la necessità di attuare un buon piano di disaster recovery.

Il backup su nastro è basato su uno dei più antichi concetti di immagazzinamento delle informazioni digitali, a partire dalla fine degli anni Quaranta del XX secolo quando gli ingegneri informatici riconobbero che la tecnologia del nastro audio magnetico poteva essere adattata alla registrazione digitale dei dati. Nel 1952, IBM annunciò la sua prima unità di memorizzazione su nastro magnetico.

Quest’ultimo divenne la tecnologia standard di immagazzinamento dati degli anni Cinquanta e continua ad essere molto usato per l’archiviazione di contenuti in vari settori: lo impiega molto il mondo dell’entertainment, in particolare per la registrazione cinematografica, ma anche la comunità scientifica. Il CERN, per esempio, usa il nastro per memorizzare i dati raccolti negli esperimenti con il Large Hadron Collider (LHC), il più grande acceleratore di particelle del mondo.

Le caratteristiche del tape backup ne fanno tuttora un ottimo sistema di storage e la richiesta è in crescita, come confermano i trend di analisi secondo cui il mercato dello storage su nastro dovrebbe raggiungere i 9,42 miliardi di dollari entro il 2030, raddoppiando abbondantemente rispetto ai 4,31 miliardi di dollari nel 2019 (Fonte: Allied Market Research).

Perché a tutt’oggi ci sia bisogno del backup su nastro è presto detto: l’accesso ai dati diminuisce rapidamente e progressivamente. Dopo 100 giorni, scende sotto l’1%. Mentre la maggior parte dei dati aziendali viene presto dimenticata, spesso non può essere cancellata per ragioni di conformità o per il suo potenziale valore futuro. Secondo Fred Moore, presidente della società di consulenza Horison Information Strategies, almeno il 60% di tutti i dati può essere classificato come archivio e quella cifra potrebbe superare l’80% entro il 2025. L’approccio migliore è quello di archiviarli su nastro.

Backup su nastro o su disco?

Malgrado sia una tecnologia nata più di 70 anni fa, il backup su nastro continua a essere molto richiesto come metodo di storage in quanto è economico, sicuro e scalabile per conservare e proteggere dati poco accessibili, ma essenziali, a lungo termine.

Certo, oggi per l’archiviazione è possibile contare anche su opzioni come le più moderne tecnologie su disco e cloud. Ma ancora oggi il nastro presenta diversi vantaggi.

Innanzitutto, i costi. Le unità a nastro costano meno per volume rispetto a qualsiasi altro supporto di memorizzazione.

Backup su nastro: i vantaggi in termini di costi - grafico che illustra il TCO ridotto del backup su nastro rispetto al backup su disco
Backup su nastro: i vantaggi in termini di costi

La velocità di trasferimento dei dati per il nastro può essere significativamente più veloce del disco e alla pari con le capacità offerte dalle unità flash, con velocità di scrittura native anche superiori ai 300 megabyte al secondo. Un esempio: già dal 2017 la tecnologia di memorizzazione dei dati su nastro magnetico LTO (Linear Tape-Open) supporta velocità di trasferimento dati continuo fino a 360 MB/s, una velocità paragonabile a quella delle unità a disco rigido.

Questo tipo di archiviazione per sua natura può essere facilmente svolta off-line e questo fornisce protezione contro il malware attraverso una sorta di “camera d’aria” del nastro. Quest’ultimo è anche molto efficiente dal punto di vista energetico, e con le grandi quantità di dati di cui le organizzazioni devono fare il backup, questo è un vantaggio significativo. Data l’importanza delle considerazioni sulla sicurezza e i suoi bassi costi, il nastro continuerà ad essere un componente vitale di una robusta architettura di protezione dei dati.

A favore del backup su disco è bene dire che è un supporto più facile da ripristinare. Inoltre beneficia di tecnologie come la deduplicazione dei dati, che ha sostituito il nastro come mezzo preferito per il backup. Il nastro è ancora un mezzo rilevante per lo storage, tuttavia, e rimane in uso nelle grandi aziende che possono avere petabyte di dati salvati.

Il nastro magnetico è adatto allo storage per la sua alta capacità, il basso costo e la durata.

Per le grandi organizzazioni che usano i backup da disco a disco, il nastro può aumentare la destinazione primaria del backup fornendo un’archiviazione più lunga e durevole di quella che un array di dischi può fornire da solo.

Quando sceglierli entrambi

I clienti possono migliorare il loro processo di backup combinando i due, dato che il disco e il nastro hanno i loro punti di forza e di debolezza. I dischi di solito non sono portatili, mentre i nastri sono facilmente spostabili.

Molti prodotti basati su disco eseguono i backup continuamente durante il giorno, mentre i nastri vengono sottoposti a backup meno frequente.

La maggior parte delle aziende che usano il nastro oggi lo fa per l’archiviazione a lungo termine. Il nastro è considerato un supporto migliore del disco per mantenere i dati per lunghi periodi di tempo.  Dato che il tempo di ripristino dei dati è una considerazione strategica per un’azienda, ha senso usare il disco o il cloud o entrambi come meccanismo primario di disaster recovery. Ma è sicuramente consigliabile l’utilizzo del nastro per creare una copia sicura e protetta da ransomware.

Il consiglio migliore può essere di usare lo storage su disco per fare più copie o per avere sotto mano i dati, ma per il lungo periodo è bene considerare il tape backup.

Il backup su nastro as a service

C’è un’opportunità presentata di recente ed è un’evoluzione del backup su nastro: il tape backup as a service. Nel corso della presentazione della prima unità a nastro LTO-9 con una connessione USB, il fornitore giapponese di unità a nastro Unitex ha menzionato l’offerta di tape-backup-as-a-service aziendale, al momento esistente in Giappone. In prospettiva, ha fatto sapere, intende espandere il servizio ai clienti in tutto il mondo.

Ma c’è già chi si è mosso: la statunitense OWC, competitor di Unitex, ha introdotto uno schema chiamato Fast Forward che permette agli utenti di noleggiare l’hardware per un canone mensile fisso.

Il backup su nastro è più veloce dell’upload nel cloud, specialmente per le aziende più piccole che non hanno la possibilità di tenere terabyte di dati in un posto sicuro.

Ecco quindi, perché la possibilità di noleggiare un’unità a nastro per un periodo di tempo può diventare un’opzione destinata a prendere piede.