Le architetture componibili e i sistemi iperconvergenti rappresentano due approcci infrastrutturali differenti: i primi puntano sulla modularità e flessibilità dinamica, i secondi sull'integrazione e semplicità gestionale. Entrambi rispondono a esigenze specifiche delle aziende.


Le composable architecture (architetture componibili) stanno emergendo come un approccio innovativo e strategico nel panorama delle infrastrutture informatiche aziendali, ponendosi come alternativa concreta rispetto ai sistemi iperconvergenti. Se da un lato l’iperconvergenza ha rivoluzionato il modo di concepire e gestire data center aziendali attraverso l’integrazione semplificata di risorse computazionali, storage e rete in un’unica soluzione software-defined, dall’altro sta emergendo la necessità di adottare modelli più flessibili e adattivi, capaci di rispondere rapidamente ai mutevoli bisogni del business. È in questo scenario che si colloca l’architettura componibile, offrendo un paradigma che valorizza modularità, agilità e scalabilità.

Una nota è però doverosa, entrambe le soluzioni offrono vantaggi significativi in contesti diversi, valorizzando esigenze specifiche in termini di semplicità di gestione, rapidità di deployment, agilità e scalabilità. Comprendere le peculiarità di ciascuna opzione è fondamentale per effettuare scelte consapevoli, orientate agli obiettivi strategici e operativi delle aziende.

Sistemi iperconvergenti: semplicità e integrazione

Le infrastrutture iperconvergenti sono diventate rapidamente popolari grazie alla capacità di integrare in un unico sistema risorse di calcolo, storage e networking, orchestrate attraverso software. Il punto di forza dell’HCI risiede soprattutto nella semplificazione della gestione operativa, nella riduzione della complessità infrastrutturale e nella rapidità di implementazione. Per questo, le aziende che adottano questa soluzione lo fanno spesso per ottenere un’infrastruttura più snella e automatizzata, particolarmente adatta a workload tradizionali e a progetti di virtualizzazione o ambienti cloud privati.

La caratteristica peculiare di un sistema iperconvergente risiede proprio nella possibilità di amministrare facilmente l’intera infrastruttura da un’unica interfaccia centralizzata, riducendo significativamente le attività manuali e la complessità operativa. Questo aspetto rappresenta una risposta efficace per le organizzazioni che dispongono di team IT limitati o che puntano a una gestione semplificata delle operazioni, evitando così di disperdere risorse e competenze su tecnologie diversificate.

Composable architecture: flessibilità e modularità dinamica

Parallelamente alla crescita dei sistemi iperconvergenti, sta emergendo con sempre maggiore rilievo il concetto di composable architecture. Questo paradigma introduce una visione differente della gestione infrastrutturale, basata sulla modularità e sull’orchestrazione dinamica e indipendente delle risorse hardware tramite un livello software avanzato. Con questo approccio, CPU, storage, memoria e risorse di rete diventano pool separati e componibili secondo necessità, permettendo una grande agilità nella gestione dei workload aziendali.

La peculiarità principale delle composable architecture è la capacità di adattare l’infrastruttura alle esigenze applicative in modo granulare e preciso. Rispetto a un’infrastruttura iperconvergente che integra le risorse in blocchi predefiniti, una composable architecture consente di dimensionare e riconfigurare rapidamente le risorse hardware, evitando sovra-dimensionamenti nell’approvvigionamento delle risorse e ottimizzando gli investimenti tecnologici. Questo approccio risulta particolarmente vantaggioso in contesti ad elevata variabilità e complessità, come l’analisi avanzata dei dati, l’intelligenza artificiale, il machine learning e l’edge computing.

Complementarità e sinergia tra le due soluzioni

Piuttosto che considerare i sistemi iperconvergenti e le composable architecture come opzioni antagoniste, è importante valutarle come modelli complementari, ciascuno dotato di caratteristiche distintive che rispondono a esigenze differenti.

I sistemi iperconvergenti risultano generalmente ideali per ambienti IT consolidati, dove prevale l’esigenza di stabilità, rapidità di implementazione, semplicità gestionale e facilità nella manutenzione ordinaria. Sono particolarmente efficaci in contesti aziendali che privilegiano operazioni consolidate e workload standardizzati, dove l’efficienza operativa e la velocità di provisioning rappresentano criteri chiave di scelta.

Le architetture componibili, invece, trovano naturale applicazione in ambienti che necessitano di un’agilità infrastrutturale particolarmente elevata, dove le esigenze variano rapidamente e frequentemente. Sono ideali quando i carichi di lavoro sono altamente differenziati e richiedono configurazioni hardware specifiche, come nei casi di ambienti multi-cloud ibridi o distribuiti, applicazioni ad alta intensità computazionale, e operazioni di data analytics avanzate.

Benefici concreti delle composable architecture

Le composable architecture offrono diversi vantaggi strategici e operativi alle aziende:

  • Scalabilità mirata: consente alle aziende di aumentare specificatamente solo le risorse necessarie, evitando sprechi e ottimizzando il budget IT.
  • Agilità e velocità operativa: le risorse possono essere riconfigurate velocemente, facilitando una risposta immediata alle richieste dei diversi reparti aziendali o delle nuove iniziative strategiche.
  • Riduzione del vendor lock-in: l’interoperabilità tra tecnologie diverse riduce la dipendenza da singoli fornitori, aumentando la flessibilità e la libertà di scelta.
  • Ottimizzazione delle risorse: permette di allocare le risorse in maniera altamente granulare, rispondendo alle esigenze specifiche di workload molto differenziati.

Quando preferire un sistema rispetto all’altro?

La scelta tra iperconvergenza e architetture componibili dipende da numerosi fattori, tra cui il tipo di workload prevalente, la complessità applicativa, le competenze interne disponibili e la visione strategica a medio e lungo termine dell’azienda:

Preferire sistemi iperconvergenti quando la semplicità gestionale, la stabilità e il consolidamento dei workload rappresentano priorità strategiche.

Scegliere composable architectures se l’organizzazione ha necessità di maggiore flessibilità infrastrutturale, adattamento rapido alle variazioni di workload, o se ha obiettivi legati a una maggiore diversificazione tecnologica.


La complementarità dei due approcci – composable e iperconvergente – apre scenari interessanti per i responsabili IT e per i decision-maker aziendali. Non esiste una scelta universalmente migliore, ma solo quella più idonea al contesto specifico. La capacità di comprendere chiaramente le differenze tra queste due modalità infrastrutturali permette alle aziende di adottare soluzioni realmente coerenti con le proprie esigenze operative e strategiche, consentendo loro di anticipare e supportare al meglio l’evoluzione futura del business.