In tempi di crisi, le PMI scoprono i vantaggi dell’innovazione tecnologica.

È ben noto come le PMI costituiscano la dimensione prevalente del tessuto imprenditoriale italiano. Le aziende che impiegano meno di 250 dipendenti totalizzano infatti il 92% delle realtà attive sul nostro territorio. In altri termini, l’82% del personale dipendente in azienda in Italia oggi lavora presso una PMI.

Se nel suo complesso, la tipologia aziendale della piccola e media impresa gioca un ruolo da leader nella nostra economia, quando andiamo ad analizzare ogni singola realtà, ci rendiamo conto che la media e soprattutto la piccola impresa si ritrovano spesso sole a fare i conti con dinamiche ben più grandi di loro, come le crisi globali e le conseguenze che puntualmente ne derivano in termini di inflazione ed aumento generale dei costi.

Salvo rare eccezioni, che non fanno altro che confermare la regola, le PMI sono spesso chiamate ad una quotidiana lotta per la sopravvivenza. Tuttavia, nonostante le gravi difficoltà che si ritrovano puntualmente ad affrontare, non rinunciano a crescere. La tenacia dell’imprenditoria italiana ritrova nei periodi di crisi quello slancio di orgoglio e creatività che da sempre la caratterizza e innesca processi di trasformazione e innovazione tecnologica.

È altrimenti noto come le crisi siano un’inesauribile fonte di opportunità, grazie alla variazione generale degli equilibri che comportano. Le nuove regole del gioco favoriscono chi si dimostra capace di adeguarsi in maniera più favorevole e chi sa cogliere le opportunità ed i vantaggi dell’innovazione tecnologica.

A oltre due anni dall’inizio della pandemia globale Covid-19 abbiamo assistito ad una serie di episodi assolutamente sfavorevoli a livello geopolitico, climatico e di impatto sul sistema socioeconomico globale.

La condizione di reagire ad una serie di difficoltà senza precedenti ha messo le PMI nella condizione di accelerare il proprio percorso di trasformazione digitale, ripensando profondamente almeno alcuni dei processi su cui basano la fortuna del loro business.

Questo fare di necessità virtù ha spesso prodotto dei risultati sorprendenti, che lasciano facilmente intuire come anche in tempi di pace, ben difficilmente le imprese faranno marcia indietro. Sarebbe del resto folle e sconsiderato rischiare di vanificare i vantaggi ottenuti grazie ad un faticoso processo di cambiamento.

L’innovazione tecnologica per le PMI: lavoro, mercato e supply chain

Gli effetti più rilevanti della pandemia Covid-19 sono stati avvertiti dalle aziende dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro, della capacità di raggiungere i propri clienti e delle forniture necessarie per assicurare continuità alla produzione. È altrettanto evidente come il cloud computing abbia consentito di salvare e far crescere molti business, anche quelli che in primo luogo non avrebbero mai pensato di migrare i propri sistemi informativi.

Dal lavoro ibrido nuove opportunità da sfruttare per le PMI

I lockdown hanno messo le aziende di ogni dimensione nella condizione di far lavorare i propri dipendenti da remoto, costringendo molte realtà, profondamente ancorate alla logica del lavoro in ufficio, a rivoluzionare in tempi brevi la propria infrastruttura IT.

Molte PMI hanno scoperto che il lavoro da remoto, se consapevolmente implementato anche nella sua condizione ibrida, può agevolare la produttività e la salute mentale dei team di lavoro, oltre a creare un’opportunità senza precedenti: la possibilità di arruolare nel proprio organico quegli specialisti che non sarebbero mai stati presi in considerazione se vincolati ad un impiego in presenza.

Questo aspetto vale sia per la grande realtà enterprise che per la piccola e media impresa. Non è infatti scontato che i lavoratori preferiscano le condizioni della grande azienda, dimostrandosi spesso disposti ad affrontare qualche sacrificio economico, se ben compensato dalla maggior libertà operativa e da una generica crescita in termini di responsabilizzazione.

Digital marketing ed e-commerce, innovazione tecnologica per salvare le vendite

Un altro aspetto rilevante emerso durante la pandemia globale è stata l’esplosione del digital marketing e delle applicazioni e-commerce, necessarie per raggiungere i clienti quando i canali fisici sono strati improvvisamente preclusi. Venendo prontamente al dunque, sono ben poche le realtà che hanno potuto sottrarsi alla digitalizzazione dei propri canali di vendita.

Pensiamo ad una semplice pizzeria di paese, che si è vista da un giorno all’altro del tutto impossibilitata a servire i propri clienti ai tavoli. L’asporto era il possibile salvagente economico, ma come farlo sapere in giro?

Migliaia di piccole realtà hanno iniziato a lavorare su Facebook, per informare i propri clienti del fatto che erano regolarmente aperti a pranzo e a cena, magari con qualche novità per far venire la voglia di provare l’asporto. Col senno di poi, molte di queste piccole realtà, spesso a gestione famigliare, hanno ammesso di aver addirittura incrementato il proprio volume di fatturato grazie al digital marketing. Al tempo stesso hanno fatto notare che farlo bene, il digital marketing, è richiesto un investimento di risorse nella comunicazione non indifferente, al punto da non poter essere considerata un’attività residuale.

Lo stesso discorso vale per l’e-commerce. Le aziende retail che fino al 2020 avevano focalizzato i propri sforzi sul negozio fisico hanno scoperto il mondo del commercio online, e tutto sommato non è andata così male. Nella peggiore delle ipotesi, grazie all’e-commerce, i brand sono riusciti a creare un nuovo canale di vendita, per raggiungere una platea molto più ampia di potenziali clienti.

Senza entrare nel merito di attività più strutturate, i semplicissimi esempi che abbiamo citato dimostrano una situazione evidente. Molte PMI hanno creato nuove opportunità di business quando si sono ritrovate a sfruttare i canali digitali, partendo il più delle volte da zero.

Anche in tempi di new normal, questi vantaggi sono destinati a durare, soprattutto se le aziende avranno la pazienza e la lungimiranza di continuare ad investire nella propria trasformazione digitale, per rendere sempre più efficienti i loro processi di business.

La rivoluzione delle supply chain

La situazione di crisi si è fatta ancora più complessa per quelle realtà che hanno incontrato problemi nella loro tradizionale supply chain. La scarsa reperibilità di prodotti e materie prime ha messo in evidenza la scarsa resilienza delle dinamiche dell’economia globale, favorendo il ritorno alle filiere locali e ai modelli basati su una più sostenibile economia circolare.

Ripensare la propria supply chain non è un argomento elementare, in quanto stravolgere i processi di manifattura per quei prodotti che sono stati sviluppati con certe caratteristiche richiede tempo e risorse importanti.

Tuttavia, il fare di necessità virtù, adottando tecnologie in grado di modernizzare il PLM ha finito per generare un’ampia serie di benefit, garantiti da una maggior flessibilità nei confronti della continua variazione della domanda di mercato e della crescente richiesta di personalizzazione dei prodotti.

L’inarrestabile ascesa del cloud computing: il Software-as-a-Service (SaaS)

Negli ultimi anni, dando per scontato internet, il principale driver tecnologico a livello IT è stato rappresentato dal cloud computing. Il modello Software-as-a-Service, tipico del software cloud native, sta rivoluzionando il modo di lavorare a livello globale, offrendo moltissime nuove opportunità alle PMI, che altrimenti ben difficilmente avrebbero potuto accedere a certe applicazioni. A ciò vanno aggiunti i vantaggi derivanti dall’alleggerimento dei carichi di lavoro per l’IT interno, alla scalabilità dei servizi e al fatto di poter pagare in base alle risorse effettivamente utilizzate, senza la necessità di un cospicuo investimento iniziale.

Sempre in termini di opportunità, non bisogna infatti dimenticare un aspetto a dir poco fondamentale. Se le grandi realtà enterprise possono sfruttare i servizi della nuvola soprattutto in termini di economia di scala, nel caso delle PMI il cloud computing offre la possibilità di abilitare dei servizi e dellesoluzioni che sarebbero loro altrimenti precluse in termini di possibilità economiche ed organizzative.

Molte applicazioni SaaS offrono a pochi euro al mese funzionalità di business analytics che sarebbe assolutamente proibitivo per una PMI pensare di poter implementare attraverso il software legacy, sia in termini di tempi che in termini di costi.

Il cloud abilita moltissime opportunità tecnologiche democratizzando la loro diffusione. Questo finisce per favorire un’innovazione senza precedenti nelle PMI. L’intelligenza artificiale è ormai presente in maniera trasversale e trasparente anche nelle più comuni applicazioni utilizzate in produzione, a cominciare dalla gestione documentale. Probabilmente molti non sanno nemmeno che esista, ma attraverso il SaaS utilizzano la AI con profitto ogni giorno.

Allo stesso modo, i servizi di trascrizione e traduzione simultanea impiegano il natural language processing (NLP) per comprendere il linguaggio. Sempre grazie al cloud è possibile avvalersi della combinazione di varie tecniche di cognitive computing e robotic process automation per sviluppare chatbot e applicazioni automatizzate.

Innovazione tecnologica e rischi legati alla crescita: la sicurezza informatica

Dopo aver citato alcuni tra le principali opportunità che le PMI possono sfruttare grazie alla tecnologia, non potevamo concludere la nostra semplice riflessione senza considerare il rovescio della medaglia. Le possibili criticità sono in realtà molte, ma una emerge in modo particolare: la sicurezza informatica.

L’uso sempre più intensivo della rete ha generato un fisiologico aumento della superficie di attacco. Rispetto alle grandi aziende, le PMI faticano a destinare risorse dedicate alla cybersecurity, soprattutto in termini di competenze. I cybercriminali ne sono perfettamente coscienti e sanno benissimo come attaccare le loro applicazioni e i loro sistemi informatici.

Di fronte ad uno scenario in cui gli incidenti di sicurezza informatica non fanno nemmeno più notizia, gran parte del problema può ancora una volta trovare una risposta grazie alla tecnologia.

Le soluzioni software per la sicurezza informatica sono in grado di integrare in maniera automatica molte funzioni di monitoraggio nei sistemi aziendali, scongiurando la possibilità di rimanere vittima almeno degli attacchi più grossolani.

Fermo restando l’esigenza di una responsabile attività di formazione dei dipendenti in materia di sicurezza informatica, i consigli e le indicazioni che abbiamo formulato nel white paper La cybersecurity a prova di PMI: semplicità e integrazione le parole chiave, possono costituire una efficace base di partenza per capire come difendersi dalle minacce informatiche più diffuse.