Il Public Cloud ha registrato negli ultimi anni un notevole interesse da parte di molte aziende attratte dalle possibilità offerte e dai benefici. Ecco allora cos’è e cosa offre


Parlare di public cloud oggi significa far riferimento a risorse e servizi di cui nessuna azienda può fare a meno. E non s’intende solo la possibilità di storage: la necessità di contare su hardware e software in modalità as a service sono sempre più richiesti. La pandemia, in questo caso, è servita da acceleratore, come mette in luce Gartner, rilevando come le grandi imprese (ma anche Pmi, in parte) hanno compreso i vantaggi aziendali delle soluzioni basate sul cloud. Così si è arrivati a una sensibile accelerazione dei servizi di cloud pubblico: si stima, infatti, un tasso annuo di crescita composto (CAGR) del 20,7% in cinque anni (2019-2025).

Sempre Gartner promette alla fine di quest’anno che la spesa degli utenti finali per servizi specifici di public cloud supererà i 332 miliardi di dollari: un bel salto rispetto ai 270 miliardi del 2020.

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Parlando di hardware e software come servizi, nel caso del cloud pubblico, IaaS (Infrastructure-as-a-service) vedrà la più alta crescita nel 2021, con un +38,5%. Per quanto riguarda invece il Software as a service (Saas) costituisce il più importante segmento di mercato: Gartner prevede che toccherà i 122,6 miliardi di dollari quest’anno.

Cos’è il public cloud – o cloud pubblico

Cominciamo a definire cos’è il Public cloud. Si tratta di un servizio, o meglio una serie di servizi, offerto da un soggetto terzo che usa il cloud computing per generare e fornire infrastrutture e servizi, sotto forma di storage, applicazioni e risorse virtuali, tramite Internet.

La chiave di volta del public cloud è proprio Internet, medium tramite cui è possibile accedere alla “nuvola” pubblica, che permette a più utenti di avere accesso alle stesse risorse. Essi possono condividere le risorse, ogni sessione sarà privata (e sicura). Le risorse sono on-demand per ogni utente.

Il public cloud è strutturato in modo da essere su misura, sicuro, resiliente e disponibile 24 ore su 24. Esso permette alle aziende di espandere le loro richieste di risorse tanto rapidamente quanto necessario. Il fornitore è responsabile di tutta l’architettura cloud, fornendo l’infrastruttura per ospitare risorse e applicazioni. Per quanto riguarda la sicurezza, un cloud pubblico è solitamente protetto da metodi cybersecurity aggiornati. Inoltre, sono previste specifiche soluzioni ridondanti per prevenire la perdita di dati.

Ai clienti di solito viene dato accesso attraverso modalità “as a service” e solitamente pay-per-use. Spetta a loro monitorare l’uso delle proprie risorse e decidere se ridimensionare o ampliare capacità di risorse e servizi.

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I modelli di servizio del public cloud

Esistono tre tipi di servizi public cloud: SaaS, PaaS e IaaS.

Schema di funzionamento del cloud computing e del public cloud
Schema di funzionamento del cloud computing e del public cloud
  1. SaaS – Software-as-a-Service: definisce un insieme di soluzioni sw ospitate su un cloud che permette agli utenti di accedere al software dalla maggior parte dei dispositivi connessi a Internet. Questo consente alle aziende di risparmiare sull’investimento hardware iniziale per le soluzioni on-premise. Inoltre, contare su SaaS offre la possibilità di ridurre i costi sul supporto IT e la manutenzione del software e delle attrezzature informatiche.
  2. PaaS – Platform-as-a-Service: definisce un tipo di architettura riguardante applicazioni e strumenti sul cloud, un ambiente ad alte prestazioni consegnato su Internet. Le risorse dedicate sono utili per le aziende che cercano di sviluppare o utilizzare prodotti senza investire in enormi costi di infrastruttura.
  3. IaaS – Infrastructure-as-a-Service: altro tipo di servizi cloud computing gestiti da fornitori che esternalizzano il loro intero data center, creando un’infrastruttura cloud. I server, gli archivi e altre risorse informatiche virtuali sono disponibili per gli utenti sempre sul Web.

Caratteristiche del cloud pubblico

Vediamo ora le principali caratteristiche del public cloud. Una di queste riguarda il provisioning, ovvero il processo di configurazione di un’infrastruttura IT.  Le risorse di cloud computing sono fornite su richiesta utilizzando piattaforme e infrastrutture come Kubernetes. Le aziende possono regolare il loro utilizzo, ottimizzando i costi.

Un’altra caratteristica del cloud pubblico è quella di essere “pooling” (condivisa). Significa che l’infrastruttura e le risorse fornite dal provider sono previste in base alle esigenze di ciascun locatario e regolate a seconda della domanda senza alcun effetto apparente sull’utente finale.

I servizi cloud sono scalabili per qualsiasi azienda. Le risorse possono quindi espandersi e adattarsi insieme alla crescita dell’azienda o del progetto. Del pay-per-use abbiamo detto, ma va comunque segnalato tra le caratteristiche basilari: con i servizi public cloud, si paga solo per quello che si usa. Le aziende possono ridurre i costi IT solo a ciò di cui hanno bisogno, a beneficio della sostenibilità economica.

Con il cloud pubblico si parla anche di measured service. In pratica i provider forniscono strumenti di monitoraggio del cloud. Le organizzazioni hanno accesso a grandi quantità di dati per vedere le tendenze d’uso e regolare la loro spesa.

Il cloud computing è gestito in centri caratterizzati da resilienza. Essi riadattano l’infrastruttura e aiutano a mantenere i dati coerenti, evitando così stop di produzione o perdite di dati quando si aggiornano o si sostituiscono i dispositivi.

Un’altra caratteristica importante è la cosiddetta availability. I provider gestiscono i servizi cloud in luoghi isolati in regioni. Esse sono chiamate availability zone (zone di disponibilità), e consistono in due o più data center fisici connessi e altamente disponibili. Le risorse del cloud possono essere replicate in più zone di disponibilità per la ridondanza e quindi per proteggere dalle interruzioni.

Il cloud pubblico garantisce sicurezza. Qualunque sistema operativo impiegato da ogni azienda ha un firewall (o si spera lo abbia…). Con il cloud, questa può essere tutta la cybersecurity richiesta dalla parte aziendale. I fornitori dedicano le loro risorse ai servizi di sicurezza del cloud per proteggere i dati del cliente, evitando così alle imprese di investire in attrezzature IT e personale con le competenze necessarie per impostare le necessarie misure di sicurezza informatica in azienda. Il cloud pubblico garantisce accessibilità. Gli utenti possono accedere alle risorse quando necessario con qualsiasi dispositivo in grado di connettersi al cloud su Internet. Questo permette flessibilità a questi utenti e a come le aziende strutturano il loro ambiente di lavoro. Infine assicura connettività: l’ambiente cloud pubblico semplifica la connessione di una forza lavoro globale. Questo aumenta la collaborazione e la produttività.

I vantaggi

Quando un’azienda sta prendendo in considerazione l’idea di puntare al public cloud deve pensare ai vantaggi assicurati. Il primo riguarda i costi. Passare ai servizi offerti mediante cloud pubblico fa risparmiare, perché si paga solo ciò di cui si ha bisogno. Inoltre i piani di servizio hanno prezzi flessibili.

Ai clienti vengono forniti strumenti per monitorare cosa stanno pagando e dimensionare di conseguenza l’utilizzo, permettendo così di limitare le spese e utilizzare i risparmi conseguiti per altre attività business.

Un altro importante vantaggio è l’assenza di manutenzione. Dato che i servizi in public cloud sono forniti da un provider, per le aziende che ne usufruiscono si traduce nel non aver bisogno né di risorse umane e tecnologiche dedicate a interventi IT dedicati. L’infrastruttura e le risorse, come la sicurezza, vengono aggiornate automaticamente dallo stesso fornitore.

La “nuvola” pubblica garantisce una facile configurazione. La migrazione al cloud può essere fatta in poche ore online e il team IT aziendale può connettersi al cloud da remoto e supervisionare tutti i processi di migrazione. Non appena la virtualizzazione è completa, l’implementazione del cloud può avvenire rapidamente e simultaneamente per tutti gli utenti.

Altri vantaggi? La scalabilità illimitata, l’agilità, la possibilità di recupero dati. In quest’ultimo caso, in particolare, i provider di servizi utilizzano più data center e tecnologie di backup cloud-native, fornendo così alle aziende-clienti la massima resilienza. Non solo i dati saranno protetti da centri di servizio ridondanti, ma nel caso di un disastro a livello aziendale, il recupero sarà senza soluzione di continuità.

Public cloud e private cloud: le differenze

Il cloud pubblico non è l’unica forma di accesso al cloud computing. Oltre a esso, vi è quello privato. Il private cloud è un’infrastruttura cloud fisicamente on-premise, cui ha diritto di accesso un’unica azienda attraverso una rete privata. È quindi un’architettura single-tenant con infrastruttura hardware dedicata. Questo accordo può essere distribuito in un data center nella sede dell’impresa o del provider di servizi che lo ospita e che è responsabile della cura dell’infrastruttura sottostante. I server sono isolati da altri componenti e vi si accede tramite una rete privata (piuttosto che condivisi tra gli utenti come nei cloud pubblici).

Offre risorse e servizi analoghi a quelli del public cloud. Ma il modello privato è più adatto per le imprese altamente regolamentate come l’assistenza sanitaria o la finanza. Queste industrie gestiscono un elevato quantitativo di dati sensibili, comprese le informazioni personali dei clienti, i piani aziendali e i dati riservati che richiedono misure di sicurezza aggiuntive per prevenire fughe di notizie o attacchi da parte di criminali informatici. Inoltre, i giganti tecnologici e le istituzioni governative devono avere un controllo completo sulla loro infrastruttura. Quindi, i cloud privati sono i più adatti per queste organizzazioni in quanto possono scalare istantaneamente quando necessario.

Quali sono, quindi, in estrema sintesi, i pro e i contro di questa soluzione? Da una parte contare su un cloud privato richiedono un grande investimento e costi di reparto IT molto più elevati. Tuttavia, consente a un team IT di avere un controllo più fine sulle opzioni di sicurezza e sulla conformità più rigorosa.

Tra pubblico e privato c’è una terza via: il cloud ibrido ( Hybrid Cloud). Esso combina l’impiego di cloud privato interno e un provider di cloud pubblico esterno, permettendo alle aziende che lo adottano di ottenere i vantaggi di entrambi i tipi di servizi “nuvola”.

Vale la pena sottolineare che l’opzione ibrida consegue costi sensibili. Di solito è una soluzione valida per le aziende più grandi.

Alcuni esempi di implementazione del public cloud

È il momento di fare qualche esempio e qualche nome. Partiamo da questi ultimi: Amazon Web Service (AWS), Microsoft Azure, Google Cloud Platform (GCP) sono alcuni dei più importanti provider di “nuvola pubblica”.

AWS è il principale fornitore di cloud pubblico con la più grande base di clienti, ed è stata una delle prime aziende a fornire servizi cloud scalabili e a pagamento. I suoi servizi comprendono sia IaaS, PaaS e SaaS. AWS offre più di 200 prodotti per il calcolo, i database e la gestione delle infrastrutture, così come servizi di sviluppo di applicazioni più avanzate per Machine Learning, AI e IoT.

Microsoft Azure è il secondo più grande fornitore di cloud pubblico e offre gli stessi tipi di servizi di calcolo del suo principale competitor. Ha un portafoglio PaaS ben consolidato.

Google Cloud Platform ha una lista meno estesa di offerte cloud rispetto agli altri due, ma ha una base di utenti in crescita e continua ad aggiungere servizi.

Ogni fornitore di cloud offre una suite di strumenti e servizi in molte categorie di servizi sotto forma di capacità di calcolo, storage, soluzioni serverless e gestione dei container (pacchetti software che comprendono tutto ciò di cui il software ha bisogno per funzionare: programma eseguibile, strumenti di sistema, librerie e impostazioni).

Per quanto riguarda il primo tipo, Amazon Elastic Compute Cloud (EC2) è un servizio cloud IaaS che fornisce capacità di calcolo per le implementazioni AWS su server virtuali, noti come istanze EC2. Ci sono vari tipi di istanze EC2 e dimensioni progettate per le diverse esigenze degli utenti, tra cui la memoria, lo stoccaggio e le istanze ottimizzate per i calcoli. Il principale servizio di calcolo di Microsoft è Azure Virtual Machines, che allo stesso modo varia per calcolo, memoria e uso generale. Il servizio di calcolo IaaS di GCP è chiamato Google Compute Engine.

A proposito, invece, di storage: Ogni provider offre vari tipi di storage, come blocco, oggetto e file. Il servizio di storage Amazon S3 è disponibile in sei livelli a seconda della frequenza di accesso. Le offerte specifiche di Microsoft includono object storage, file storage e block storage; idem Google.

Serverless: I principali prodotti serverless dei tre grandi provider sono AWS Lambda, Azure Functions e Google Cloud Functions. Google, per esempio, propone in questo caso servizi Function as a service (FaaS). Sono, come specifica Wikipedia, specifici servizi di cloud computing che permettono ai clienti di sviluppare, eseguire e gestire le funzionalità delle applicazioni senza la complessità di costruire e mantenere l’infrastruttura tipicamente associata allo sviluppo e al lancio di un’applicazione.Container: AWS offre quattro offerte di gestione dei container e gli utenti possono anche distribuire i container manualmente sulle istanze EC2. I servizi di gestione dei container di Microsoft includono Azure Kubernetes Service, Azure Container Registry e Azure Container Instances. Gli utenti di GCP possono eseguire i container su Google Kubernetes Engine, Google Cloud Run o Google Compute Engine.

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