Se è vero che il system integrator è un professionista che possiamo incontrare in contesti diversi, il termine, a essere precisi, ha origine nell’ambito dell’Information Technology e designa quell’azienda – quello specialista o quel team – dediti all’integrazione di sistemi informatici, con l’obiettivo di far sì che impianti diversi trovino un linguaggio comune per parlarsi, comunicare tra loro.

Il fine ultimo è dare vita a una struttura inedita, costituita da elementi eterogenei in grado di lavorare in sinergia.

Serverless CTA

Ma entriamo ora nel dettaglio, guardando all’evoluzione che questa figura professionale ha vissuto negli ultimi anni e a quali sono, oggi, in piena trasformazione digitale, il suo ruolo e le sue competenze.

Chi è e cosa fa un system integrator

Sviluppare sistemi informatici a partire da elementi hardware, elementi software, reti e prodotti provenienti da fornitori differenti: questo il nucleo della professione del system integrator, oggi sempre più organizzata in realtà aziendali medio-piccole, specializzate in determinate aree tecnologiche.

A questo professionista, le aziende, nel 2021, chiedono di essere guidate, consigliate, supportate nel percorso che conduce alla digital transformation, terreno sul quale tecnologia e business si intrecciano.

Al system integrator, dunque, si chiede di essere un “partner tecnologico”, colui che, oltre a proporre soluzioni integrate di tecnologie differenti e di sistemi di vari brand, sappia anche offrire una consulenza manageriale in tema di innovazione tecnologica e aiutare le organizzazioni a risolvere i problemi relativi all’ottimizzazione del proprio business.

È focalizzato sui bisogni del cliente e, in base a questi, sa individuare che cosa davvero occorre per soddisfarli, scegliendo, di volta in volta, il fornitore dalle specifiche competenze e attivo nei settori merceologici di rilievo oppure organizzando un team di aziende dalle competenze complementari, per risolvere gli aspetti più critici di un dato progetto.

CTA risorsa replatforming

Le competenze

Come si è accennato, la presenza dei system integrator sul mercato, oggi, non è più fatta soltanto di poche e grandi aziende, ma sempre più di tante realtà medio-piccole che, complice le tecnologie emergenti applicate a molteplici ambiti, hanno scelto di sviluppare competenze verticali, di specializzarsi in precisi segmenti o, in molti casi, solo su una determinata area tecnologica, tra cui, ad esempio le reti, il Cloud, i sistemi di TLC e la sicurezza.

Ed è proprio questa forte specializzazione a renderlo idoneo a offrire alle aziende servizi che vanno oltre l’integrazione e la configurazione di prodotti hardware e software.

system integrator - competenze hardware
Un system integrator solitamente ha competenze specialistiche sia sul fronte hardware che dal punto di vista software

Servizi che includono, ad esempio, consigli in merito a come potenziare il funzionamento dei propri sistemi IT in ottica di business. Che cosa significa nel concreto? Suggerire, ad esempio, i modi e i tempi della migrazione al Cloud, quali procedure seguire, quale infrastruttura utilizzare, quali dati spostare, a quali vendor affidarsi e su quali specifiche soluzioni di sicurezza puntare.

In particolare, negli ultimi anni è andata aumentando la richiesta, da parte dei clienti, di progetti innovativi in grado di favorire la produttività e l’efficienza aziendale e di rispondere alle criticità legate agli attacchi cyber.

Richieste, queste, in merito alle quali il system integrator è chiamato a rispondere con un’offerta non solo tecnologica e di integrazione ma, soprattutto, di consulenza e di valutazione delle reali esigenze di business, nonché dei rischi dal punto di vista della sicurezza, per poter poi definire precise strategie.

Sempre in ambito di specializzazione e di competenze verticali, un’altra area specifica di cui il system integrator si sta impadronendo sotto il profilo della conoscenza tecnica e delle abilità è quella dell’Internet of Things che, più di altri segmenti, per definizione, integra diverse tecnologie con l’obiettivo di trasmettere e analizzare un flusso di dati utile a trarne informazioni da sfruttare per le strategie di business dei clienti.

Ma l’evoluzione che il system integrator sta vivendo riguarda anche l’interazione con i clienti. Per essere un vero partner nella trasformazione digitale – che non è solo tecnologica, ma riguarda anche i processi – occorre che il abbia competenze sempre maggiori anche in merito agli specifici processi di business, anche perché ogni settore verticale declina la digital transformation in maniera diversa. Non solo: tra gli elementi di valore che contraddistinguono oggi il system integrator deve esserci anche la capacità di interfacciarsi a livelli diversi con l’organizzazione del cliente. Il dialogo, infatti, non è più solo con la classica funzione IT, ma si estende anche a Marketing, Risorse Umane, Customer Care e Business.

Quali aziende hanno bisogno di un system integrator

Ogni organizzazione, di qualsiasi dimensione e settore di appartenenza, può avere bisogno del supporto del system integrator, figura in grado di essere complementare a quelle che sono le esigenze produttive dell’azienda e di inserirsi al suo interno, contribuendo alla messa a punto e al controllo dell’intero sistema informatico e della sua architettura, compresi componenti hardware e software, reti, connettività e amministrazione dei sistemi.

La sua abilità consiste nel sapersi interfacciare con tutte le realtà esistenti nell’azienda, instaurando un rapporto proficuo con i fornitori e gli altri partner, allo scopo fornire un servizio che sia vantaggioso per l’azienda.

Il valore aggiunto del system integrator sta proprio nel “miglioramento”, nel potenziamento che può apportare a livello aziendale. Valore di chi, forte dell’esperienza acquisita, sa interagire, sa “parlare” con i diversi appartai e sistemi contribuendo a mettere in risalto le peculiarità dell’impresa.

Spesso accade che il freno all’innovazione tecnologica e alla trasformazione digitale delle aziende provenga proprio dal loro interno, dalla mancanza di figure competenti in grado di dedicarsi alla gestione e al corretto funzionamento dei sistemi informatici.

Da qui nasce un bisogno quasi strategico di affidarsi al system integrator, figura guida, mentore, nelle fasi di passaggio dal vecchio al nuovo e capace di conferire il giusto valore all’attività dell’intera azienda.

E c’è da aggiungere che, mettere nelle mani di questa figura professionale l’intera gestione dei propri sistemi informatici, rappresenta, per le organizzazioni in cui è assente il reparto IT, una soluzione tale da consentire loro di dedicarsi totalmente allo sviluppo del proprio business, senza preoccupazioni di altra natura.

Nelle aziende che, al contrario, possiedono un reparto IT, ecco che l’integratore di sistemi va a completare, col proprio intervento, la gestione delle esigenze produttive, integrandosi nell’operatività quotidiana dell’impresa e garantendo assistenza sistemistica ai tecnici già presenti e supporto attraverso consigli sui nuovi impianti, a seconda delle esigenze aziendali.

Il suo modo di lavorare poggia sempre sul fatto di considerare ogni situazione e ogni realtà a partire dalla specificità del singolo caso, sviluppando progetti che sono legati a differenti contesti e mai a modelli assoluti e standard. La soluzione che propone è sempre cucita addosso al cliente. È adatta lui e cambia di volta in volta.

Ogni azienda, infatti, a seconda del settore e della dimensione, giudica più o meno critiche quelle applicazioni che le consentono di portare avanti con continuità e senza rischi il business di impresa. E ciò che serve, ad esempio, a un’industria manifatturiera non è detto che sia importante e utile per un retailer. Il system integrator dovrà individuare l’opzione migliore partendo dalla reale situazione aziendale, dalla sua capacità di spesa e dal livello di innovazione che è possibile implementare.

La situazione dei system integrator in Italia

In precedenza si è parlato della specializzazione della figura del system integrator. Direzione, questa, intrapresa, in particolare, dai system Integrator italiani, divenuti, negli ultimi anni, sempre più inclini all’acquisizione e al rafforzamento di competenze verticali.

E l’avvento del Cloud Computing ha dato ancora più enfasi a questo trend, rappresentando una nuova leva del business, un nuovo paradigma di approccio ai clienti e un trampolino per nuove opportunità, tra cui servizi inediti e nuovi modi di utilizzare l’infrastruttura IT.

In Italia, i system Integrator, sfruttando appieno le potenzialità del Cloud, hanno iniziato a proporsi sempre più come sviluppatori ed erogatori di servizi a consumo o come tramiti per la vendita di servizi di terzi.

È attorno al concetto e al contenuto di “servizio” che da alcuni anni ruota l’offerta del system integrator italiano, ormai riconosciuto come service provider, a partire dai servizi erogati attraverso infrastrutture Cloud.

A proposito di “servizio”, sono tante le sue declinazioni in questo momento: si va dai servizi IaaS (Infrastructure as a Service), basati sull’accesso a infrastrutture di terze parti per sfruttarne le capacità senza doversi dotare in prima persona delle macchine; PaaS (Platform as a Service), piattaforma completa per lo sviluppo di applicazioni messa a disposizione da terze parti a fronte di un pagamento a canone; DaaS (Desktop as a Service), ambienti di computer virtualizzati, messi a disposizione di più utenti e accessibili via Web.

Sempre nella direzione della specializzazione del system integrator, quello dell’IoT rappresenta un settore strategico, caratterizzato dall’integrazione di tecnologie IT e OT (Operational Technology), atte a creare e a trasmettere flussi di dati. Acquisendo competenze in questa specifica area, l’integratore di sistemi si spinge un passo oltre nel percorso di evoluzione, arrivando ad approcciare nuovi partner e nuovi settori, che gli sono utili nell’offerta al cliente e nel rispondere alle sue esigenze.

Ad oggi sono tanti i system integrator che, in Italia, hanno scelto la via delle specializzazioni, delle competenze verticali, declinate in servizi dalle peculiarità diverse. Sono presenti, con le proprie attività, in modo capillare su tutto il territorio.

Tra gli esempi di progetti di integrazione messi a punto negli ultimi anni In Italia – espressione del profondo cambiamento che sta vivendo il comparto – quello che vede al centro la connessione di macchine per la ristorazione attraverso una propria piattaforma per l’Internet of Things. Si tratta, nello specifico, di un sistema connesso che gestisce le macchine in rete, controllandone attività e funzionalità e attivando, grazie a un sistema di intelligenza artificiale, la manutenzione predittiva.

Un altro esempio di progettualità dei system integrator italiani e quello basato su sensoristica IoT applicata all’uso di droni per monitorare anomalie sui campi coltivati e definire azioni mirate a supporto delle coltivazioni.

Infine, qualche dato quantitativo sull’andamento del comparto che, nel 2020, ha goduto di ottima salute, come confermano i numeri rilevati da CONTEXT World, analista mondiale dei trend delle vendite di tecnologie ICT attraverso il canale dei distributori e dei system integrator: nel dettaglio, il canale ICT europeo e italiano, lo scorso anno, nonostante la pandemia, hanno registrato una crescita di oltre il 7% rispetto al 2019, con punte del + 38% proprio in Italia. E i ricavi registrati attraverso la distribuzione, da inizio 2020 al 5 luglio 2020, si sono attestati su 1,84 miliardi di euro.

CTA risorsa replatforming